«Per mani più pregevoli non poteva io ricevere il [prezioso] foglio di V.E., e per mani a lei più care non potrei addirizzarla questa rispettosa risposta.
La parte meno sana della mia macchina logorata sono i miei occhi. Lo scrivere mi affatica, ed il dettare non è sempre in potere mio.
Dalle mille cose, che avrei a dirle, mi infingo a dire: A ringraziarla della conoscenza che mi ha procurata del sig Abbate Manenti; l’altra è di continuare ad amarmi per grazia, come ella lo ama per giustizia.
Sono, e sarò sempre colla stima più profonda, e colla [tenerezza] la più rispettosa di V.E. Umiliss.mo Faustiss.mo obbl.mo servitore. Parigi, li 25 aprile 1791 Carlo Goldoni»
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