L’opera proviene dal fondo Teodoro Correr, donato alla città di Venezia nel 1830, dal 1936 è ubicata nella sede attuale.
Pietro Longhi, al gran teatro di tradizione barocca, che metteva in scena cielo e terra, sostituì lo spettacolo a piccolo raggio di una società specchio di se stessa; una società, quella veneziana del Settecento, che dalla crisi dei valori tradizionali traeva stimoli per una libertà febbrile, epidermica, priva di veri contenuti, come quella dei figli e delle figlie dei ‘rusteghi’ goldoniani.
Da notare in questo caso, come l’accompagnatore della dama indossi la ‘bauta’, tipica maschera veneziana costituita dalla particolare larva bianca posta sotto un cappello a tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro chiamato tabarro.
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