Il video Look Beyond è stato realizzato appositamente per la Fondazione Hospice Seràgnoli, da Nicolò Masazza (Milano, 1973) e Jacopo Bedogni (Sarzana, 1970), uniti artisticamente con l’acronimo MASBEDO, tra i più interessanti protagonisti della video arte internazionale.
“Contaminazione” è una parola chiave per comprendere la loro pratica artistica, caratterizzata da un costante sconfinamento in altre discipline. Cinema, teatro, musica e letteratura si fondono in un’alchimia di immagini esteticamente ricercate e di grande suggestione emotiva: intrecci visivi complessi, dall’atmosfera poetica ed allo stesso tempo sconcertante, collocati in una dimensione atemporale. Una poetica che gli artisti amano definire “esistenzialismo tecnologico” poiché si tratta di una riflessione di tipo esistenziale sulla condizione umana condotta attraverso un linguaggio sofisticato e tecnologicamente innovativo. Look Beyond è traducibile come uno sguardo “oltre”, uno sguardo “al di là”. Si riferisce all’impulso vitale che supera il pensiero e introduce un flusso di immagini complesse che creano con lo spettatore una relazione ricca di stimoli visivi ed intellettuali.
Nel video si alternano immagini di carattere scientifico, provenienti da un istituto oftalmico, ad immagini poetiche ed evocative di struggente bellezza, un susseguirsi di visioni liriche della natura e di sguardi in primissimo piano, infantili, femminili. Immagini dell’occhio come organo della vista, ma anche come veicolo di emozioni e di ricordi, come soglia che trasmette le emozioni dall’esterno all’interno. E poi immagini simboliche di mani che si sfiorano, che si intrecciano, che accarezzano l’acqua. È un lavoro sulla memoria e sul ricordo in cui si intrecciano, da una parte, un’indagine poetica sulla permanenza delle immagini nella memoria e dall’altra un’analisi di tipo scientifico sulla percezione delle immagini.
Gli artisti hanno infatti condotto la loro ricerca nei territori della scienza traendo ispirazione da un esame oculistico: la fluorangiografia retinica, dalla quale risulta che l’occhio è un organo vivo e costantemente ricettivo che viene stimolato dalle immagini anche se in quel preciso istante l’attenzione o la consapevolezza del soggetto sono assenti.
Da questa suggestiva indicazione è nata l’idea di mettere in scena un possibile dialogo tra la sofferenza e l’emozione della bellezza, della speranza e dei ricordi; così come è nata la volontà di restituire immagini intese come stimoli visivi, come impulsi vitali al di là del pensiero.