L’opera immortala una festosa serata che Giuseppe De Nittis trascorse, tra la fine del 1878 e la primavera del 1879, durante il suo soggiorno a Napoli. La critica concorda su tale datazione, collocando il dipinto al momento del rientro del pittore nella città partenopea dopo l’Esposizione Universale di Parigi del 1878.
Dallo sfondo si evince che si tratta di Napoli, vi si individuano infatti capo Posillipo e Palazzo Donn’Anna. Inoltre, il pittore Edoardo Dalbono riferisce degli incontri che si tenevano tra De Nittis e altri amici pittori in una terrazza sul Golfo: serate in cui alle conversazioni sull’arte si aggiungevano i canti accompagnati dalla chitarra.
Più controversa è l’identificazione dei personaggi: l’unica certa è Léontine, la moglie dell’artista in posizione centrale, nell’uomo e nella donna seduti a destra sono stati riconosciuti Edoardo Dalbono e la moglie Adele; mentre per i due uomini con la barba sono stati ipotizzati diversi nominativi. Per parte della critica essi non sono ritratti dal vero ma una citazione dalla pittura francese, il dipinto è stato infatti considerato emblematico dei rapporti di De Nittis con la pittura di Manet. Sappiamo che il dipinto, incompiuto e considerato all’epoca secondario nella produzione del pittore, fu portato da De Nittis a Parigi e rimase quindi nel suo atelier fino alla sua morte quando fu ereditato dalla vedova Léontine. A seguito di diversi passaggi di proprietà fu acquistato da Carlo Grassi ed è così entrato a far parte delle collezioni della Galleria d’Arte Moderna.
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