In quest’opera il fondo di paese, con le sue morbide e luminose modulazioni cromatiche, denuncia una cultura genericamente veneta e comunque estranea a qualsiasi influsso del paesaggismo fiammingo, suggerendo una datazione nel terzo decennio del Cinquecento. Per la qualità sostenuta e per l’intrinseca coerenza dell’immagine, l’opera è senz’altro autografa, ma mostra di avere sofferto drastiche puliture sia negli incarnati sia negli sfondi; infatti, il confronto con fotografie storiche rivela una notevole riduzione della materia pittorica, con la perdita di alcuni particolari naturalistici, come gli alberelli davanti all’edificio di sinistra.
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