La Vergine, seduta su un prato cosparso di fiori, è raffigurata come Madonna dell’umiltà. Il Bambino stringe nella mano destra un uccellino, probabilmente il cardellino che allude al sacrificio di Cristo, mentre nella sinistra si intravede un cartiglio. Il colore risulta abraso forse da un antico intervento di pulitura, ma tracce delle finiture a oro restano nell’aureola di Gesù. Il debito profondo nei confronti del linguaggio figurativo di Gentile da Fabriano, del quale Jacopo fu allievo, è chiaramente riconoscibile nel fitto drappeggio del manto, che sembra derivare direttamente dallo studio di opere del fabrianese. Legami con la cultura internazionale, di cui Gentile fu uno dei principali interpreti, si colgono anche nella minuziosa descrizione del giardino fiorito che circonda le figure, nelle preziose ornamentazioni in oro che un tempo decoravano i bordi delle vesti e nella decorazione a caratteri pseudo-cufici delle aureole.