Il dipinto, battuto all'asta londinese di Sotheby's, era presentato nel catalogo di vendita con attribuzione a Pietro da Vicenza, secondo una vecchia opinione dello storico dell'arte Lionello Puppi. Grazie agli studi di Federico Zeri, oggi sappiamo che l'opera spetta ad un maestro romagnolo attivo alla fine del '400 e nel primo decennio del '500. A questo pittore, la cui identità anagrafica resta tuttora sconosciuta, la critica ha finora restituito un affresco con la Madonna e il Bambino che si conserva nella Pinacoteca Comunale di Forlì, la cosiddetta Pala Baldraccani e il Ritratto del vescovo Filasio Roverella conservato nella Pinacoteca Comunale di Cesena. La cultura di questo anonimo pittore mostra affinità con quella di Melozzo da Forlì e di Marco Palmezzano e nello stesso tempo si rivela ben informata dei fatti romani degli anni 70 e 80 del '400.