La tavola fu donata al museo civico di Como nel 1905 da Giovanni Antonio Galli di Rondineto, che l’aveva acquistata in occasione di un viaggio in Spagna. La notizia della provenienza iberica trova conferma anche nelle figure abbozzate dipinte sul retro della tavola, chiaramente ispirate alla pittura di Francisco Goya. Al momento della donazione il soggetto era identificato come «ritratto di monaca», ma in seguito è prevalsa l’ipotesi di riconoscervi una Madonna annunciata. Più di recente, sulla scorta dell’età non giovanile del volto della Vergine, è stato proposto di interpretarla come una Virgo advocata, un’immagine mariana a cui ci si rivolge per l’ottenimento di grazie. Per quanto riguarda l’attribuzione della tavola si riscontrano due diversi schieramenti. Da una parte gli studiosi convinti che si tratti della prima opera di Antonello da Messina. Dall’altra, invece, gli esperti propensi a ritenerla l’opera di un pittore radicato nella cultura figurativa di Valencia, che a queste date risente in larga misura dell’influenza della pittura delle Fiandre. La sua provenienza accertata dalla Spagna, l’utilizzo per la decorazione del fondo oro di punzoni identici a quelli utilizzati dai pittori attivi a Valencia, la tecnica esecutiva nitida e quasi raggelata nella definizione ottica dei particolari rendono assai verosimile che sia stata realizzata da un pittore di cultura iberico-fiamminga come Jacomart Baço.
(P. Vanoli)