I bracciali-moneta, ampiamente diffusi in Africa occidentale e centrale, avevano nelle società tradizionali africane una duplice funzione: elementi di decoro corporale – gioielli e monili – e monete di scambio o dote nuziale. Sono una delle espressioni più antiche di sistemi premonetali documentati e presenti in tutta l’Africa. Già utilizzati nel XV secolo come moneta di scambio anche dai mercanti europei, verranno prodotti in serie nelle fonderie inglesi e francesi per diventare, per più di tre secoli, una delle principali monete della tratta degli schiavi e della compravendita di materie prime da monocoltura (ad esempio, l’olio di palma). Mandati fuori corso nella prima metà del XX secolo, verranno riciclati nell'artigianato locale e come metallo di recupero per le industrie europee. I circa 700 bracciali-moneta custoditi dal Mudec sono la piccola parte, salvata della lungimiranza del Signor Enrico Pezzoli, di un carico per la Metallindustria di Milano destinato alla fusione.
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