Questa tela di grandi dimensioni proviene dalla chiesa domenicana soppressa di San Giovanni Pedemonte, più esattamente dalla cappella dedicata a San Pietro da Verona. Il soggetto raffigura la guarigione miracolosa del paralitico Asserbio (o Acerbo), che fu portato al cospetto di san Pietro martire dentro una carretta e dopo aver ricevuto la benedizione riprese a camminare. Il quadro presenta il momento culminante della vicenda, quando il santo domenicano ridona il movimento all’uomo immobilizzato provocando la reazione stupefatta degli astanti. La scena è ambientata davanti alla facciata di una chiesa che riprende quella di San Giovanni Pedemonte, mentre tutto attorno compaiono numerosi riferimenti alla Roma antica. L’identità dell’autore di questo quadro è rimasta incerta per lungo tempo, fino a quando un documento d’archivio ha rivelato il nome del pittore comasco Giovanni Paolo Ghianda, che lo eseguì nel 1628-1629. Come gli altri pittori comaschi suoi contemporanei, anche Ghianda nelle sue scelte di stile risente profondamente della lezione di Morazzone, mantenendo però una certa dose di autonomia, come mostra la sua passione per il paesaggio e per le architetture classiche. (P. Vanoli)
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