n questo disperderci per le regioni: o Roma, o To-
scana, o Lombardia occhessoio, noi che siamo nati ed
abbiamo vissuto fanciullezza e gioventù nel sud, ci incon-
triamo dopo anni come avventura.
Ma Natale Filannino è a
Livorno solo perchè espo-
ne i suoi quadri a « La casa della cultura » - istituzione
culturale del Comune ormai nota un po' dovunque per
lodevolissime ed interrotte iniziative.
Egli non vive più a Barletta, in Puglia, però: con dieci
anni di ritardo, rispetto a coloro che intraprendono un
professionismo nel campo delle arti, egli ora fa il pittore
a Firenze. Anziano studente ha frequentato con tutta
umiltà modeste scuole di disegno e quindi l'Accademia di
Piazza S. Marco a Firenze, ed ora eccolo impegnato a
fondo a far bene – il meglio possibile — nella sua pit-
tura come un suo qualche non lontano parente in Puglia
od in Calabria (dove è nato il nostro pittore) è impe-
gnato a fondo a fare il meglio in un pezzo di ingrata
terra dissanguata, col più duro possibile dei lavori senza
un compenso vero, come per dovere astratto.
Ricordare i suoi primi lavori di prima della scuola, di
prima dell'impegno che si è assunto, duri di disegno,
allarmanti di colore come pianure meridionali cotte di
sole sopra le viti arse prive di acqua da due stagioni, Fi-
lannino ci sembra un testardo, un tenace pieno di forza
aspra, perchè sicuro di quello che può dare, conscio del
frutto che può dare la sua fatica. Egli in un anno ha fatto
per cinque anni; in uno, due, tre, quattro anni ha accu-
molato lavoro su lavoro; celato ignoto a tutti, rifacendo
quello che si fa a quindici anni a venti a venticinque anni.
| giornali di Firenze lo dicono un giovane de « l'ultima
leva >> (...?...) essendo un pittore nuovo che presenta tut-
ta la sua produzione di venticinque o venti pezzi, quelli
che non ricusa, che non respinge tra tutte le tele ed i car-
toni che ha coperto di colore.
Natale Filannino non ha intrapreso a lavorare a cin-
quant'anni come l'Angelico o da quaranta come Gauguin,
ma la sua pittura nasce quando egli è già uomo fatto ed
è senz'altro pittura con dietro tutta la carica di esperienza
del suo autore – che non fa accademia -- dei contatti
umani lungo una non facile e non oziosa esistenza; della
guerra; del lavoro vario e degli stenti anche. E la sua
pittura anche se ancora ricerca, poesia in cerca di lin-
guaggio, impegna troppa parte dell'uomo e delle sue
capacità espressive.
I quadri di Natale Filannino sono giudicati: sinceri ri-
tratti o composizioni realistiche. E' vero anche questo, ma
il più importante di questa pittura è fuori, al di qua od