Anna Heringer si è fatta carico in prima persona di sostenere l’uso del fango in edilizia, dal momento che dietro questa materia non ci sono industrie che facciano pressioni, influenzino o spingano affinché venga utilizzata nonostante tutti i suoi vantaggi. Il fango non ha bisogno di fornaci al fine di acquisire le proprietà edilizie finali, quindi per passare dalla materia al materiale il dispendio di energia è pressoché nullo. Si trova sempre vicino ai cantieri, rendendo di conseguenza molto basse le emissioni di anidride carbonica legate al trasporto. Fornisce inerzia termica. Può essere facilmente manutenuto e riparato.
Ma le norme edilizie tendono a vietarne l’uso quasi in tutto il mondo. La legislazione però non considera come si siano sviluppate nuove conoscenze e si possano utilizzare nuove tecnologie al fine di garantirne un uso sicuro. Anna Heringer sta dunque cercando di utilizzare il suo progetto a riprova di ciò, per aggiornare la legislazione, consapevole di come i vantaggi del materiale non siano solo tecnici o ambientali, ma anche culturali e sociali. La disponibilità locale di fango implica che le persone lo percepiscano come un materiale familiare, non estraneo. Così Anna Heringer ha sviluppato un’architettura che è anche un processo inclusivo: la costruzione non è solo la procedura per costruire un edificio, ma un mezzo attraverso cui costruire la comunità.
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