La figura di padre Martini è oggi cara a studiosi e appassionati per la bravura con cui seppe raccogliere un’ingente quantità di cimeli musicali, indispensabili strumenti di ricerca in un’epoca in cui le biblioteche erano assai poche. Molti dei libri preziosi che ha collezionato sono arrivati a Bologna grazie a scambi librari con i collezionisti di mezza Europa. Ma dalle migliaia di lettere in nostro possesso si scopre che, per favorire i rapporti e le trattative, si ricorreva a beni di natura molto più… materiale, come tabacco padovano (inviato espressamente a Martini dal grande violinista e compositore Giuseppe Tartini in allegato alla richiesta di revisione del suo Trattato di Musica), rosolio, mortadelle e salami all’aglio, ma soprattutto... cioccolata!
Così nella lettera qui riprodotta il Conte Agostino Litta per raccomandare come studente il suo protegé (nientemeno che un giovane Johann Christian Bach!) invia all’erudito francescano “un tenue Saggio di Ciocolatte fabbricato nella mia Casa”, che nella minuta di riposta scritta da Martini nel retro della lettera si rivelò esser stato “particolarmente aggradito”. Coll. I.001.134a.