Anche quando comincia a viaggiare senza sosta per i più importanti teatri d’Europa, per molti anni Gioachino Rossini resta legato a Bologna, fino alla rottura definitiva con la città nel 1848. Nonostante, da anziano, definirà Bologna come “nobile patria di aggressioni e mortadelle” la cittadinanza resterà molto legata al Maestro pesarese: alcuni coraggiosi ammiratori, infatti, corrono a Parigi alla morte del compositore, nel 1868, per trafugare alcuni cimeli come il parrucchino in foto.