Rivoluzionaria nella linea, innovatrice nella tecnica, superiore nelle prestazioni: l’Aprilia rappresentò la sintesi della tecnica dell’epoca.
Era un’auto compatta ma in grado di garantire ogni comfort anche a cinque passeggeri. Bassa, con i fari alloggiati sui parafanghi ancora evidenti ed il parabrezza particolarmente inclinato che si raccorda perfettamente con il tetto e la coda sfuggente, l’Aprilia regala anche visivamente quella sensazione di velocità e scatto che la vettura possiede anche nella realtà. Vincenzo Lancia, che era rimasto particolarmente colpito dai risultati raggiunti, non godette appieno di questo suo ennesimo successo poiché morì poco dopo la presentazione della vettura nel 1936. La Aprilia fu costruita anche in Francia nel 1937 e 1938, con il nome di Ardennes. La carrozzeria, a scocca portante come già nella Lambda nel 1922, presenta le caratteristiche portiere ad armadio senza montante centrale e la raffinata meccanica vanta le sospensioni indipendenti anche al retrotreno. Un particolare originale della vettura del Museo è rappresentato dai due tettucci apribili, separati tra loro, che le hanno valso la nomea di “auto dei gangster”. In realtà questa era una soluzione tecnica dovuta alla conformazione della carrozzeria stessa.
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