Il dipinto, un olio su tela del bergamasco Evaristo Baschenis, si intitola Strumenti musicali. È una natura morta
alternativa alla consueta frutta o cacciagione. Gli strumenti sono cinque: un liuto, una chitarra, un violino col suo archetto, una mandòla e una spinetta. Il liuto, per le caratteristiche doghe sottili del guscio in legno di tasso bicolore, è attribuibile alla bottega veneta di Michael Hartung.
Sulla chitarra è posto un libro: L’isola, ovvero successi favolosi di Maiolino Bisaccioni, stampato a Venezia nel
1648. Il Bisaccioni, secondo alcuni autori, potrebbe essere stato il committente del dipinto.
È tra i quadri più preziosi delle nostre collezioni, non a caso acquistato nel 1912 da Ettore Modigliani, che fu tra i fondatori del
nostro Museo, e all’epoca direttore della Pinacoteca di Brera.
Modigliani fu il referente scientifico dell’acquisto della collezione Sambon, che costituì il nucleo fondante del Museo. Venne
inviato a Parigi per giudicare il valore artistico e storico delle opere messe all’asta.
Quando il sogno divenne realtà e il comitato per l’acquisizione del Museo si accaparrò la collezione, mandò un telegramma al
Duca Uberto Visconti di Modrone, primo Presidente del Museo, con il seguente testo: “Vittoria, collezioni nostre.
Hurrah!” Il pregevolissimo dipinto appartiene alla maturità dell’artista.
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