L'opera di Carlos Atoche si ispira al gruppo dell'Ephedrismos una scultura dell'antichità. La statua è appunto la riproduzione dell’Ephedrismos, un gioco fanciullesco risalente all’Antica Grecia, che consisteva nel cercare di colpire un sassolino ritto con un altro sasso. Chi perdeva pagava penitenza e doveva arrivare fino alla pietra detta “limite”, portando sulle spalle il vincitore che nel frattempo gli copriva gli occhi.Con tonalità neutre l’artista ha raccontato un piccolo pezzo di storia locale, una storia di quelle che non vanno sui giornali ma che per un piccolo territorio o una fetta di comunità hanno un grande valore. Forse commosso dalla strage verde, ha associato i due corpi acefali alle sensazioni che gli rimandava quel luogo dove le aiuole che contenevano gli alberi si sono convertite per esigenze più terrene in semplici cumuli di cemento.
Travel: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.