Nel gruppo di artisti comaschi legato alla figura-guida di Giuseppe Terragni, Mario Radice emerge per completezza e complessità. Caposcuola del gruppo astrattista di Como, Radice fu artista astratto e, parallelamente, figurativo; progettista di interventi scultorei o pittorici di valenza architettonica. Teorico, critico d’arte, saggista, curatore di mostre oltre che uomo di grande spessore etico e morale. La sua produzione artistica, vastissima, trova il suo momento cruciale, perno e cardine per tutto il percorso successivo, nei pannelli per la Casa del Fascio di Terragni (1932-1936). L’incarico consiste in una serie di composizioni plastiche astratte basate su un reticolo cartesiano in cui sono inseriti testi, tratti da scritti o discorsi di Mussolini. Sono composizioni giocate su incroci di linee ortogonali secondo proporzioni perfette dettate dalla sezione aurea, incroci che si sviluppano su piani differenti con campiture a colori piatti. La realizzazione di queste decorazioni è lunga e laboriosa. Tutti gli interventi di Radice saranno distrutti dopo il 1943. Fortunatamente, a testimoniare l’importanza e la ricchezza di questi interventi restano a noi gli innumerevoli studi, bozzetti, disegni preparatori, nonché le numerosissime opere coeve e successive che riprendono, modificano, ripensano il tema. Gran parte di questi lavori è stata donata alla Pinacoteca di Como e costituisce il nucleo centrale dell’esposizione permanente dedicata a Mario Radice.
(R. Lietti)