La Portinaia fu modellata probabilmente nel 1883, data riportata da Rosso, o al più tardi nel 1884, come proposto da alcuni studi, prendendo a modello la “sciora Orsola”, portinaia dello stabile in cui l’artista abitava in via Montebello a Milano, che, rinserrata nella sua guardiola, finì per costituire una vera e propria ossessione per lo scultore.
Rosso realizzò almeno dodici repliche di questo soggetto, poiché considerava questa scultura ─ rimeditazione dell’appena precedente Sagrestano ─ come punto di svolta nella sua poetica, nella definizione del punto di vista unico e della rappresentazione di un’impressione fugace.
Questa fu l’unica opera che lo scultore donò alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, nel 1922, in una fusione di cera chiarissima. I registri del museo riportano che l’opera fu sostituita da Francesco Rosso alla fine del 1952 perché «distrutta per gravi lesioni», causate forse dallo sfollamento durante la guerra. In realtà Francesco recuperò l’opera danneggiata, la restaurò e la portò nel Museo Rosso di Barzio. In cambio donò al museo milanese il bronzo della Ruffiana e questa fusione in cera, realizzata sotto la sua direzione, come si ricava da una lettera di Costantino Baroni a Francesco Rosso del 10 novembre 1952 e dagli atti del Comune di Milano dello stesso anno.
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