Alessandro Mangiagalli (1820-1889), fervente patriota, partecipa alle Cinque Giornate di Milano, alla seconda guerra d'Indipendenza, a Roma combatte per la Repubblica Romana; dopo la vittoria dei Francesi è costretto a riparare in Svizzera. Torna di nascosto in Italia per rivedere i genitori e viene arrestato dalla polizia austriaca. Dopo il 1860 può tornare a vivere alla luce del sole a Milano, dove apre una scuola di equitazione. Nel testamento nomina la moglie sua erede, ma con un legato in favore dell'Ospedale Maggiore. La commissione del ritratto viene affidata a Giuseppe Landriani, che inserisce nell'opera, in memoria del grande amore per i cavalli e l'equitazione da parte benefattore, alcuni elementi che alludono alla disciplina quali il frustino e, appoggiati sul tavolo, un berretto da Garibaldino e un piccolo cavallo di bronzo.
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