Antonio Chiodo (1814-1895), nativo di Crema, mercante di stoffe, entra in società anche con Giuseppe Rotta, mercante di saponi, a sua volta benefattore dell'Ospedale Maggiore. La cosicua fortuna che gli deriva dalle sue attività commerciali viene destinata in morte all'Ospedale; nel testamento chiede che gli vengano tributati funerali "piuttosto onorifici e degni di un uomo che ha sempre lavorato ed economizzato per far del bene e non del male" e di essere cremato. Prevede lasciti anche per istituzioni assistenziali della sua città natale. La commissione del ritratto viene affidata a Angelo Trezzini, che sceglie di ambientare la figura in un giardino.