Antonio Valerio (1824-1899), pronipote di Ippolito Ferdinando della Croce, nobile sacerdote, a sua volta benefattore dell'Ospedale Maggiore, si laurea in legge a Pavia e svolge la professione di notaio. Molto benestante, conduce una vita personale modesta e svolge un'intensa attività filantropica. Il fratello e la sorella, certi di interpretarne la volontà, alla sua morte devolvono 100.000 lire all'Ospedale Maggiore, chiedendo espressamente che l'esecuzione del ritratto sia affidata a Emilio Magistretti, artista che già lavora per la Quadreria ospedaliera. Il ritratto, ambientato all'interno del Duomo di Milano per sottolineare la religiosità del benefattore, dimostra quanto il pittore abbia assimilato l'insegnamento di Francesco Hayez.