Benigno Cristoforo Crespi (1833 -1920), noto industriale cotoniero lombardo, originario di Busto Arsizio (Varese), il cui padre possedeva una piccola impresa tessile, ragioniere, dopo un breve tirocinio presso altri cotonifici, impianta una serie di stabilimenti che riescono in breve tempo a tener testa ai più avanzati opifici europei. Alla fine concentra la sua attività a Vaprio d'Adda (Bergamo) dove impianta una grande filanda grazie alla presenza della forza motrice del fiume e, in linea con molti industriali illuminati del tempo, costruisce accanto alla fabbrica, oltre alla grande residenza per sé e la famiglia, un villaggio, con case e servizi per gli operai, allora socialmente all'avanguardia e oggi considerato uno degli esempi più interessanti di "archeologia industriale". A San Giulio sul lago d'Orta (Novara) fa costruire Villa Pia, una sontuosa dimora in stile moresco dedicata alla moglie Pia Trivelli, da usare come residenza estiva. Grandissimo appassionato d'arte, raccoglie una straordinaria collezione di quadri, con dipinti di Tiziano, Canaletto, Rubens, alcuni dei quali, quando la collezione verrà messa all'asta, finiranno in prestigiosi musei. Nel 1885 diventa socio finanziatore di Eugenio Torelli Viollier, uno dei fondatori del "Corriere della Sera". Alla morte di Crespi sono gli amministratori e i membri della Società Anonima (questa, dal 1910, era la ragione sociale dell'azienda) che si fanno promotori della "Fondazione commendator Cristoforo Benigno Crespi", destinando all'Ospedale Maggiore un cospicuo capitale con cedola annuale. La commissione del ritratto viene assegnata ad Ambrogio Alciati, che ritrae il benefattore in una composizione quasi fotografica sia nella posa sia nello sfondo, adatti alla sua attività e caratura imprenditoriale.