Carlo Sacco (1844-1926), di umili origini, raggiunge una notevole agiatezza, creando con un socio la "Ditta Lombardini e Sacco", che rappresenta in Italia importanti manifatture straniere nel commercio dei filati di cotone. Trova una socia solerte e intelligente nella moglie Carolina Cerutti (1847-1914). Rimasto vedovo, nelle sue ultime volontà nomina erede l'Ospedale Maggiore perché costruisse "un padiglione di ottanta o cento letti per malati e malate poveri affetti da forme mediche acute che porterà la denominazione Coniugi Sacco". Il testamento prevede anche legati per la casa delle Infermiere dell'Ospedale Maggiore, per l'abbellimento del padiglione dermosifilopatico del medesimo ospedale, per l'Istituto dei Ciechi di Milano e la cittadinanza di Blevio (Como) e il pagamento di una rendita annua in favore dell'Ospedale Sant'Anna di Como. Il ritratto viene in un primo tempo commissionato a Ubaldo Oppi, ma successivamente realizzato da Felice Casorati. L'Ospedale Maggiore conserva ancora nell'Archivio la fotografia che servì da modello per il ritratto, con le lettere scritte da Casorati al segretario dell'Ospedale per aggiornarlo sull'esecuzione. In una, così l'artista descrive l'opera :"Due figure assise davanti a una finestra da cui si scorge un particolare architettonico dell'Ospedale, da me studiato a Milano".