Caterina Guglielmini decide con il marito, il maggiore Enrico Ballerio, di onorare la memoria del figlio Giovanni, medico dell'Ospedale Maggiore e morto eroicamente nel 1917 sul fronte di Gorizia, dove prestava servizio come tenente medico, nominando erede universale l'Ospedale e chiedendo la realizzazione di tre ritratti commemorativi. Il desiderio sarebbe stato di veder edificare un padiglione intitolato al figlio, solo per ammalati milanesi, in cui collocare anche il busto in bronzo del giovane che la famiglia possedeva. Anche nelle case di proprietà della famiglia e lasciate in eredità alla Ca' Granda si sarebbe dovuta apporre una lapide celebrativa del giovane medico "morto da eroe sul fronte nemico colpito da una granata aiustriaca il 13 maggio 1917 a Valle Pafut (Gorizia, nell'adempimento dei suoi doveri di cittadino soldato e sanitario". Il ritratto di Giovanni è eseguito da Carlo Carrà, quello di Enrico da Gianfilippo Usellini, questo di Caterina da Anselmo Bucci; appartiene a un periodo in cui l'artista ha ormai superato la sua adesione a "Novecento" e ha cominciato a approfondire una linea di ricerca personale. La famiglia Ballerio giace in una tomba al Cimitero Monumentale, dove è sepolto anche il figlio Giovanni.
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