Ritratto di Ellade Crespi Colombo

Ellade Clementina Amalia Colombo (1877-1951), figlia di un industriale e di un'esponente di una ricca famiglia bergamasca, si sposa con l'industriale Mario Crespi, senatore, entrando a far parte di una delle più importanti famiglie milanesi e italiane. Mario Crespi è uno dei tre figli di Benigno, industriale tessile, amministratore delle immense proprietà agricole di famiglia, fondatore di una centrale idroelettrica e della Fabbrica Lombarda Cementi, e, soprattutto, tra i soci fondatori, e poi proprietario, del "Corriere della Sera". Di questa posizione privilegiata Ellade Colombo si avvale non solo per vivere una vita brillante e al riparo da preoccupazioni economiche, ma anche per dedicare molte attenzioni agli Istituti assistenziali e agli Enti benefici cittadini. Patronessa di molti, ha decisioni generose anche estemporanee, come quando, per esempio, riscatta a Natale tutti i pegni dei poveri al Monte di Pietà, facendoli restituire ai legittimi indigenti proprietari. Nel testamento destina erede dei suoi beni, oltre mezzo miliardo di lire, l'Ospedale Maggiore. Il marito Mario su suggerimento di Fernanda Wittgens, membro della Commissione Artistica, fa pervenire, un anno dopo la morte della moglie, questo suo ritratto di Cesare Tallone, dipinto nel 1900, considerato uno degli esempi più belli della ritrattistica dell'artista. Tra un trionfo di tulle vaporoso e sfuggente, in una posa mondana e dinamica, con un tocco alla Boldini nel "non finito" della mano sinistra e delle rose abbandonate accanto, appena abbozzate, sotto una massa di capelli neri spicca il volto delicato ma dai tratti decisi. Una curiosità. Il dipinto presenta anche un intervento in stile "Photoshop" ante litteram: quando l'ampio copricapo con veletta che Ellade indossa è ormai fuori moda, viene cancellato con un ritocco, che non riesce però del tutto a eliminarne la traccia.