L'incisore Emilio Pagani (1866-1933), benché di modesta famiglia, fonda un'avviata industria di produzione di medaglie e riesce a promuovere la produzione italiana di posateria d'argento, fino a quel momento appannaggio di industrie straniere, soprattutto inglesi. Nel testamento nomina erede il fratello Guido, stabilendo un legato di 100.000 lire per l'Ospedale Maggiore. La commissione del ritratto, su richiesta proprio del fratello, viene assegnata a Giuseppe Amisani. Il pittore che spande su tutto il dipinto una luce diffusa e fredda e usa colori chiari, stesi con pennellate spezzate e angolose, utilizza nel quadro due diverse vedute prospettiche: una, dall'alto, per rappresentare l'ampio paesaggio montano che fa da sfondo, e una, più scorciata, dal basso, per raffigurare il benefattore che campeggia nella composizione.
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