Felice Pagani (1848-1915), di umili origini, emigra prima in Francia, poi in Argentina. Qui, da lavoratore dipendente in una ditta di prodotti agricoli, diventa proprietario di un'avviatissima azienda, facendo fortuna. Non è lui a beneficiare direttamente l'Ospedale Maggiore, ma la vedova Amalia Marzorati, che nel suo testamento destina all'Ospedale 50.000 lire in memoria del marito. L'esecuzione del ritratto è affidata ad Alberto Salietti, che fa presente che preferirebbe gli venisse commissionato un ritratto femminile, più affine alla sua sensibilità. La commissione viene trasferita a Lia Ambrosoli, allieva fedele di Ambrogio Alciati, la cui influenza artistica appare evidente anche in quest'opera.