Il dottor Francesco Rosti (1909-1981), milanese, dermatologo, lavora dal 1944 al 1974 alla sezione fotoradioterapica del Padiglione Bertarelli dell'Ospedale Maggiore. Celibe, vive nella bella casa di piazza Giovine Italia 2, acquistata dai genitori. Nel testamento la destina all'Ospedale, e aggiunge titoli azionari ed altri beni, chiedendo che l'eredità nel suo complesso venga suddivisa tra la Ca' Granda e il Pio Albergo Trivulzio. Assecondando il desiderio del benefattore, il padiglione Bertarelli viene intitolato anche a suo nome. Edoardo Rosti (1883–1944), padre di Francesco, aveva lavorato a sua volta dal 1921 al 1941 presso il padiglione Bertarelli, alla Sezione Fototerapica. Il ritratto viene affidato a Renzo Biasion, pittore, incisore e scrittore, del quale è presente un ricco corpus di incisioni nel gabinetto delle Stampe di Firenze. Dopo l'esame del bozzetto all'artista vengono suggerite alcune modifiche nella parte inferiore "in modo da dare maggior slancio alla figura, che appare leggermente contratta”. Il medico è raffigurato in piedi presso un tavolino, dove accanto ai guanti e a uno sfigmomanomentro si trova un inaspettato bicchiere che contiene un fiore rosso.
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