Giuseppe Galbesi (1724-1802) droghiere e proprietario di una bottega in Corsia dei Servi (l'odierno Corso Vittorio Emanuele), fa un testamento comune col fratello Giacomo Filippo in cui si nominano reciprocamente eredi; chi sopravvivrà dei due lascerà erede l'Ospedale Maggiore. Ciò accade alla morte di Giuseppe e l'Ospedale si trova a entrare in possesso di proprietà immobiliari e contanti che si trovarono nascosti in casa sotto travi del tetto e gradini della scala. Nel testamento si trova la raccomandazione al Luogo Pio di dare un incarico a un caro amico del benefattore: Gaspare Taglioretti, cui infatti viene affidata la gestione della tenuta ospedaliera di Fallavecchia. il ritratto viene eseguito da Giosuè Sala. Serve da modello per la fisionomia del defunto la maschera mortuaria di cera impressa dallo scultore Angelo Pizzi. Nella classica posa del "ritratto seduto" con il testamento ben in vista sul tavolo e sul quale sono leggibili le volontà testamentarie dei due fratelli e anche il nome del notaio, il benefattore appare abbigliato secondo i dettami della moda dell'epoca della Repubblica Cisalpina, soprattutto il cappello poggiato sullo scrittoio.