Questo dipinto ritrae Giuseppina Negroni Prati Morosini e fu commissionato dal marito, conte Alessandro, ed esibito all’esposizione annuale dell’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1853; tuttavia, nonostante la superba qualità (si notino, ad esempio la luminosa resa del volto e l’eleganza del gesto con cui la mano inanellata regge il libro socchiuso), le due tele non raccolsero particolare consenso dalla critica. Giuseppina Morosini ereditò dalla madre e condivise con il giovane fratello Emilio la passione risorgimentale e patriottica. Fu attivissima nell’assistere i combattenti delle Cinque Giornate di Milano e, dal 1849, la sua casa fu un vero e proprio salotto anti-asburgico, frequentato anche da Giuseppe Verdi, Andrea Verga, fondatore della scuola di psichiatria milanese, e dallo stesso Francesco Hayez, del quale raccolse le memorie, poi pubblicate nel 1890. La nobildonna fu anche tra i cofondatori del giornale politico La Perseveranza, fondato a Milano nel 1860.