Pietro Lattuada (1736-1819), nobiluomo, militare per 50 anni dell'esercito austriaco, pensionato col grado di maggiore, nomina erede l'Ospedale Maggiore del suo patrimonio di 1.300.000 lire, chiedendo di essere accompagnato durante le esequie da un battaglione di soldati "da retribuire con paga doppia a suo carico". Nelle sue volontà ricorda anche il Pio albergo Trivulzio e l’Orfanotrofio dei Martinitt. Il testamento a favore dell’Ospedale è poi al centro di un contenzioso legale, che desta scandalo a Milano, dove il benefattore era ben noto negli ambienti aristocratici, perché in un secondo testamento, ritenuto estortogli in un momento di confusione mentale, lascia l'Ospedale erede di sole 100.000 lire e il nuovo beneficiario designato del rimanente cospicuo patrimonio. Esegue il ritratto Pelagio Palagi, uno dei pittori più in voga a Milano, affrescatore, architetto, progettista di arredi, bibliofilo e collezionista di reperti etruschi. Il dipinto fu oggetto di una disputa estetica del pubblico colto milanese, che lo mise a confronto con il ritratto di Giovanni Battista Birago di Francesco Hayez, amico-rivale di Palagi.