Savina Alfieri Nasoni (1837-1911), vedova del grande filantropo Vincenzo Nasoni (deceduto nel 1886), nel 1899 fa una donazione di 60.000 lire in favore dell’Ospedale Maggiore. La benefattrice sostiene anche l’Istituto dei Ciechi, l’Istituto di Santa Corona, il Pio Albergo Trivulzio, e fonda nella zona di Niguarda un Asilo Infantile. Inizialmente il Consiglio ospedaliero decide di affidare l’esecuzione del ritratto a Giuseppe Mentessi, che rinuncia all’incarico, suggerendo al suo posto l'amico Emilio Longoni, che in questo periodo mancava di commissioni importanti e veniva sostenuto ed aiutato da amici ed estimatori. Il ritratto presenta strette analogie con altre opere dell’artista di quel periodo, per lo sfondo paesaggistico del giardino primaverile e per la luminosità della tela; mentre i ciliegi fioriti rimandano allo stile del “giapponismo” di moda nella seconda metà dell’Ottocento. Al momento dell’esecuzione del ritratto la benefattrice era ancora in vita (morirà nel 1911 a 74 anni), ma Longoni non la ritrae dal vivo e prende a modello una fotografia, come dichiarato dall’iscrizione sulla tela.
Visual arts: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.