Grazie all’epigrafe sul retro del dipinto conosciamo l’identità dell’effigiato e il nome dell’autore. Tra le opere dedicate al genere, questo ritratto rappresenta sicuramente uno dei migliori eseguiti di Crespi. La mancanza di ambientazione e di dettagli decorativi, unitamente alla tipica impostazione frontale a mezzo busto, permettono allo spettatore di concentrarsi sulla qualità della pittura. Il volto dell’uomo è realistico: un antieroe, conscio di ciò che comporta il proprio lavoro, che regge un teschio, simbolo del “memento mori”.