Una forma zero e senza tempo, autonoma, con vita propria, che appare al pubblico attraverso scuri e pesanti drappi celata dal resto della mostra, come se volesse essere preservata e mostrarsi soltanto a chi nutre un desiderio di ricerca verso nuovi orizzonti, verso un nuovo inizio. I Quiet Ensemble mettono in scena il cambiamento, la mutazione; non sappiamo se si tratta di una forma primordiale o un nuova matrice e codice minimo estetico sorto dopo un reset totale del passato. Lo spettatore è invitato a osservare questo nuovo mondo, essenziale, incontaminato, che prende vita proprio alla fine dei diversi percorsi della mostra legati al patrimonio, come un presagio etereo.
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