Da molti anni Aldo Andreani studiava l'evoluzione storica dei palazzi comunali mantovani. Ma l'occasione per riportare, secondo il suo sentimento, questi edifici a nuovo decoro e bellezza arrivò quando egli divenne delegato della Sovrintendenza ai Monumenti di Verona per Mantova e provincia. Iniziò così, a partire dal 1939 e fino al 1944, una serie di lavori che modificarono profondamente non solo l'aspetto del centro storico ma anche il convento di San Francesco, lontano da piazza Erbe e piazza Broletto. Il suo operato, che di fatto si tradusse in una ricostruzione completa del Palazzo della Ragione e ad interventi molto più limitati in relazione al Podestà, venne da subito bersagliato da forti critiche. Gli si rimproverava una scarsa accuratezza filologica, bollando le sue idee come un tentativo di ricreare una realtà visiva e funzionale mai in effetti esistita.
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