UNA MOGLIE PER MANDELA
conda guerra mondiale, la comunità internazionale
ha creato istituzioni e stabilito regole di funziona-
mento per evitare che quegli orrori si ripetessero. Ma
siamo arrivati a un punto in cui, pur avendo delle re-
gole molto sofisticate, non siamo in grado di impedi-
re la sofferenza umana. Non c'è un meccanismo ra-
pido ed efficiente per fermare ciò che avviene nel
Kosovo, per esempio. E rimaniamo perplessi del fal
to che non ci sia un meccanismo per evitarlo
Ma è che non vogliamo che esista quel meccani-
«La causa è da ricercare piuttosto nelle relazioni
internazionali, costituite sulla base del rispetto tra gli
Stati, dei collegamenti tra gli uni e gli altri. I nuclei
di potere che controllano il mondo, economicamente
e politicamente, ci legano le mani e condizionano le
relazioni tra i paesi. E stiamo vedendo che la globa
lizzazione non è la soluzione. Qualcosa non funzio-
na, qualcosa va storto. La questione non è riformare
smo
le Nazioni Unite; la riforma che occorre è più vasta.
Occorre troncare i rapporti e gli interessi internazio-
nali che impediscono ai paesi di muoversi. Perché
l'Onu che abbiamo è quella voluta dai suoi membri
Gli africani non vogliono la carità.
Occorre smettere di pensare in termini di aiuti
pensare in termini di solidarietà internazionale. Il
concetto di aiuto umanitario è come parlare di ricchi
e di poveri. L'Africa sta tentando di affermarsi nella
comunità delle nazioni con maggiore dignità, see
possibile dirlo in questi termini. Dopo il periodo co-
loniale, che ci ha dato una soluzione politica, ci ri
mane da risolvere la questione economica, occorre
Stabilire delle relazioni economiche di interscambio.
È arrivata l'ora della cooperazione tra upalio
Come può realizzare ciò un continente con i
problemi dell'Africa?
L'Africa deve, innanzitutto, sviluppare un con-
cetto di unità. Non avrà mai opportunità da quel tipo
di cooperazione se ogni paese continuerà a funziona-
re per conto suo. Non è un caso che l'Europa si sia
unita. Anche noi africani dobbiamo farlo
E il presidente Mandela e la testa visibile di
questa idea.
«Si, e la testa visibile, ma non è l'unica. Ci sono
molti leader nuovi in Africa
Una giornalista sudafricana ha scritto che il
Un esempio per tutte le giovani coppie sudafricane
rapporto di coppia tra Mandela e lei sta diventan-
do un esempio per i rapporti tra le giovani coppie
in Sudafrica.
(Ride) Senza dubbio. Devo dire che lo facciamo
naturalmente, non per dare l'esempio. Abbiamo un
rapporto profondo tra di noi, con una grande libertà
e una relativa indipendenza. Io sono una persona
con interessi propri e, a questo punto, non li avrei
lasciati... È una cosa che non avrebbe funzionato
E lui questo lo capisce, come dev'essere il nostro
rapporto. È per questo che io continuo a vivere in
Mozambico e lui in Sudafrica. Stiamo insieme
quando possiamo
Com'era lei quando dal Mozambico andò a stu-
diare a Lisbona?
«Venivo da una famiglia povera e mi era chiaro
che se avessi voluto essere qualcosa nel mio paese.
en importante studiare. Ricevetti una borsa di studio
Graca Machel con il
marito,
Nelson
Mandela e un
gruppo di ragazzi
sudafricani, a
fianco, un'altra
immagine della
coppia; a sinistra,
Graca in compagnia
di un'amica. Dopo il
matrimonio, Graca
continua a vivere in
Mozambico
e andai in Portogallo con un certo timore. Ma avevo
una forte volontà e per fortuna a Lisbona c'erano al-
tri studenti delle altre colonie: Angola, Capo Verde e
istintivamente ci organizzammo. lo contattavo tutti,
l'informazione clandestina arrivava rapidamente, el
si sono aperti i miei orizzonti e ho cominciato ad
avere un rapporto con il Frelimo (Fronte di Libera
zione del Mozambico). Nelle vacanze andavo a lavo-
rare a Londra, pulivo delle stanze. E l imparai l'in-
glese ed entrai in contatto con molte persone dei co-
mitati di appoggio ai movimenti di liberazione. Poi
mi legal a una cellula clandestina del Frelimo che
stava ad Algeri. In quel periodo realizza il mio so-
gno di studiare e capii l'oppressione cui veniva sot-
toposto il mio popolo,
Econobbe Samora Machel.
*L'avevo conosciuto in Mozambico. Usciva con la
sorella di una mia amica, lo ero allora molto piccola.
Ma è stato più tardi che tutto è cominciato, in Tanza-
nia. Allora Samora era vedovo e io stavo facendo un
addestramento. Poi entrai in Mozambico dal Nords.
E divento guerrigliera.