Gruppo di allevatori del sud rurale del Perù, detti q'orillasos, in posa davanti a una struttura a gradinate semi-coperta; sullo sfondo un bosco di eucalipti.
Al centro spicca un uomo in abiti borghesi, forse il proprietario delle terre dell'hacienda, abitate dai q’orillasos. Molti di questi sfoggiano il caratteristico abbigliamento di origine ispanica con pantaloni, gilet, stivali speronati e gambali, cintura a fascia, camicia, capello a tesa larga. Portano il lazo, classico strumento di lavoro per la cattura e l’addomesticamento dei capi di bestiame.
Sembra che la parola qorilazo/q'orillaso derivi proprio dall'unione dello spagnolo lazo con il termine quechua quri (oro), a significare "lazo dorato", da cui per estensione si indicano questi 'cowboys' andini. Nell'immaginario gli sono attribuiti spirito avventuroso, coraggio, virilità e un certo disprezzo per le regole. Essi sono tradizionalmente dediti anche al furto di bestiame, che fa parte del sistema economico-sociale sviluppatosi nell'area di Chumbivilcas (D.Poole, Landscapes of power in a cattle-rustling culture, 1987).
Diversi strumenti musicali (charango, corni, flauti, tamburi di tipo bombo e tromba) suggeriscono la presenza di una banda composta dagli stessi q’orillasos, il che fa pensare che il ritratto sia stato realizzato in occasione di un evento particolare.
Food: ti interessa?
Ricevi aggiornamenti con il tuo Culture Weekly personalizzato
Ecco fatto
Il tuo primo Culture Weekly arriverà questa settimana.