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REPORT FROM MY FRONT - THE BATTLE: CRADLE TO CRADLE

EPEA INTERNATIONALE UMWELTFORSCHUNG

Biennale Architettura 2016 - Mostra Internazionale

Biennale Architettura 2016 - Mostra Internazionale
Venezia, Italia

Ingegnere chimico di formazione, Michael Braungart riesce a tracciare la causa scatenante di una problematica ambientale sino alle sue componenti più minute. Quando agli inizi degli anni duemila un terremoto devastante colpì la Turchia, si recò sul campo per prelevare campioni di armature in acciaio dagli edifici crollati. Scoprì che nell’acciaio era presente troppo rame; una percentuale di rame oltre il 2% produce nella lega una sorta di “osteoporosi”. Tale inaccettabile composizione metallica dipendeva dagli standard di riciclo in vigore in quel momento negli Stati Uniti. La difficoltà nel separare in modo appropriato i metalli utilizzati per le auto, per esempio, aveva fatto sì che questi venissero inviati in Turchia e che lì venissero trasformati in armature difettose. Una legge originariamente nata da buone intenzioni, che puntava a proteggere l’ambiente, aveva generato altrove un danno collaterale fatale all’interno dell’industria edilizia. La proposta di Braungart è perciò di regolamentare il modo in cui i metalli vengono legati fra loro, così che riciclo non debba significare degradazione.
Tendiamo a pensare alla sostenibilità come a una sorta di riduzione del danno per il pianeta: carbon footprint inferiore, riduzione del consumo di energia, minore produzione di rifiuti.
Ma vista così, l’unica possibilità di ottenere un’edilizia pienamente sostenibile sarebbe non costruire. Braungart propone di invertire l’approccio e ridefinire la sostenibilità come ciò che produce un vantaggio per le persone e dona un guadagno al pianeta, sostituendo al less is more un’espressione affermativa: the more, the better (più è, meglio è). Per esempio, perché mai dovremmo ripulire l’aria respirandola? Abbiamo a disposizione la tecnologia per permetterci di catturare la polvere (che in Europa uccide ogni anno più degli incidenti stradali) utilizzando alcuni componenti edilizi. Per cui, più costruzioni realizziamo, meglio è per l’aria, in questo caso. Allo stesso modo, ci piace lamentarci del fatto che le città (le strade e i tetti) impediscano il riassorbimento dell’acqua nel terreno.
Gli “ambientalisti conservatori” vorrebbero sviluppare cementi porosi e permeabili, facendo finta che le strade e i marciapiedi non esistano.
Mentre invece potremmo considerare strade e tetti come giganteschi collettori d’acqua, che ci possano permettere di amministrarla in modo efficiente (e programmato), invece di lasciare che vada perduta. Non si tratta di interrompere un ciclo naturale ma di produrre, con la giusta infrastruttura, un vantaggio pianificato per il pianeta. E se ci dovessimo riuscire, allora quante più strade e tetti, tanti più benefici per tutti.
Braungart ha compreso che per produrre cambiamenti significativi dobbiamo sostituire alle deboli forze della responsabilità (senso di colpa) le potenti forze dei potenziali vantaggi (desiderio).

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  • Titolo: REPORT FROM MY FRONT - THE BATTLE: CRADLE TO CRADLE
  • Creatore: EPEA INTERNATIONALE UMWELTFORSCHUNG
  • Diritti: Foto di Andrea Avezzù; Courtesy la Biennale di Venezia, Con il supporto di Drees & Sommer, Philips Lighting, GKR Hydrokulturen, Schuco, Tarkett
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