A Civitacampomarano sembra che il tempo si sia fermato, sembra che le cose stiano allo stesso posto da centinaia di anni. Ma questa visione superficiale non è la realtà. Tanto l'interno della terra quanto l'interno dei suoi abitanti hanno più movimenti e cambiamenti che nel mondo normale. Il mio muro vuole essere una rappresentazione di questa forza interna, di ciò che è possibile vedere al di là della superficie, e al tempo stesso è un invito per chi guarda a costruirsi attivamente, attraverso l'utilizzo di un filtro, un'immagine empatica di quello che ha di fronte. Il caso sta decidendo la nuova geografia dei luoghi e dando dimostrazione di un conflitto tra la natura, la storia e la civilizzazione. Ma i muri, le architetture, le persone e la natura stessa hanno dentro una resilienza che instacabilmente si riappropria dei caratteri originari e autentici per rifondare le regole del territorio e della comunità di Civitacampomaranop. Foto di Alessia Di Risio