"Précieuses"
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questo fenomeno, che via via si presenta nel tempo adattato
alle esigenze culturali del momento con i suoi tabù e le sue
permissività, al fatto che senza presupposti di diversifica-
zione radicale le donne osano mostrare i risultati del loro
pensiero, ma non il dramina della propria vita. Neppure a se
stesse. A me invece interessa proprio in che modo, attraverso
quali passaggi di esperienza, quali gesti, toni, decisioni,
conflitti, si arriva a quelle conclusioni. Così mi sono messa
in mente che se non si taglia con la letteratura non si trova
il coraggio per venir fuori. Se si cerca la quadratura del
cerchio, ossia se si accetta uno forma precostituita cui a-
dattare la propria forma, l'espressione di sé non prende cor-
po.
La delusione che ò provato leggendo
Madeleine de Scudéry -
ma appunto da quali illusioni ero partita? - riguarda proprio
questo punto. E' una delusione antistorica, si può obbittare.
Mica tanto, è la delusione che si à con i cosidetti minori,
ma Madeleine non è una minore dal momento che una pienamente
realizzata manca. E' un essere destinato a non vivere se qual-
cuna non le presta il suo sangue. Quello che io sono dippo-
sta a fare. E che lei merita, sotto tutti gli aspetti. Que-
ste donne del nostro passato, per importanti e celebrate che
fossero al loro tempo, gli anno sopravvissuto come nomi, non
come individualità a cui la cultura provi il bisogno di ali-
mentarsi. Fanno parte di un certo terreno più o meno inde-
finito che respinge proprio per la sua indefinibilità, però
c'è e si tramanda.
Intuisco in Madeleine il suo bisogno di parlare del gruppo di
persone in cui viveva, sullo sfondo dei grandi del suo tempo,
ma intuisco anche che a forza di travestimenti romanzeschi,
sotto la spinta e la collaborazione del fratello, à finito
per ridurre alquanto il suo soddisfacimento a favore di un
gusto letterario che, quando è caduto, lei non à fatto molto
per trattenerlo e comunque per proseguirlo contro corrente.
Eppure era stata l'autore, dopo d'Urfé, più famoso di quel tipo
di romanzo.
A
avuto svariate edizioni del Grand Cyrus e di Clélie tra-
dotto e pubblicati persino in arabo, e anche in italiano. Però
dopo il 1680 è tutto finito e da allora non sono più stati ri-
presi. Romanzi fiume (il primo più di 13.000 pagine), roman-
zi a chiave, cosa resta dell'interesse suscitato nei contem-
poranei? Romanzi psicologici, certo, e questa è la loro novità,
l'apertura di un genere in cui la letteratura francese sarà
famosa. Romanzi amati da Mme de Sévigné e da Mme Lafayette,
ma chi li legge più? Il contenuto che è stato più rilevato è
l'analisi dell'amore prezioso il cui simbolo è la Carte du
Tendre.
guigno so