Tra i ritratti più noti del ’700 napoletano, dai precisi tratti somatici, ma tipicamente legata alla ritrattistica ufficiale, la donna è Anna Ebreù, sposata dal pittore nel 1727. De Mura, sebbene restando ancorato ad una certa dipendenza solimenesca, assai frequente nei suoi ritratti, comincia ad evidenziare una certa resa luministica nelle vesti. Disprezzata nel testamento del pittore, di professione “lavandaia”, De Mura la raffigura elegantissima e in atteggiamento lezioso e aristocratico.