La tavola raffigura un episodio della vita di san Benedetto: il santo, ritiratosi a vivere in una grotta nei pressi del monte Subiaco, viene disturbato dal demonio, con l'aspetto di un merlo, che fa nascere in lui una forte tentazione erotica. Per scacciarla, il santo si spoglia e si rotola tra i cespugli di rovi e ortiche. L'angelo rappresenta l'illuminazione divina che aiuta Benedetto a fuggire il peccato.L'anatomia del santo e del merlo, le foglie dei cespugli e del perizoma sono rese con grande attenzione naturalistica, così come la modulazione della luce che delinea i volumi. Eleganti cadenze gotiche caratterizzano, invece, la figura dell'angelo con le ali multicolori e il mantello blu. Il dipinto, databile al 1415-1420 circa, fu eseguito da Nicolò di Pietro, artista veneziano che subì l'influsso di Gentile da Fabriano. La tavola faceva parte di un polittico, di cui si conservano a Firenze (Uffizi) altri tre pannelli con scene della vita di san Benedetto.