Il trittico, che raffigura i santi Cecilia, Tiburzio e Valeriano, rappresenta un originale tentativo di assorbire le novità del linguaggio umanistico, dalla prospettiva del pavimento ai parapetti marmorei decorati con medaglioni classici, in una tradizione di pittura lineare ancora sostanzialmente gotica. La bottega del "Maestro del cespo di garofano", così chiamata per la consuetudine di inserire questi fiori nelle sue produzioni come motivo ornamentale, raccolse le commissioni più numerose e importanti a Verona nella seconda metà del Quattrocento. Nel maestro che la diresse si tende a riconoscere il figlio di Giovanni Badile, Antonio.
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