Potente è la raffigurazione dell’evangelista mentre si accinge o continua a vergare i fogli del suo celebre libro. De Ribera, detto lo Spagnoletto per la sua breve statura, è autore di grandissima importanza, punto di collegamento fra l’Italia e la Spagna. Egli assorbe la lezione del Caravaggio ma la interpreta secondo modalità tipiche della terra iberica, creando un seme che sarà seguito poi dalla pittura a lui seguente. La sua lunga permanenza a Napoli, anche durante la malattia e fino alla morte, gli consente una produzione all’inizio molto abbondante e poi sempre più esigua. Nell’opera che qui vediamo, la fisicità del santo si unisce alla sua tensione spirituale, mentre gli scarsi elementi intorno a lui, illuminati da una luce quasi innaturale, servono a sottolineare ogni attimo del dramma interiore che sta vivendo colui il cui compito è raccontare la storia di Cristo. Magnifico è ad esempio il mantello rossastro, che insieme cinge e separa. Così, in un rapporto fecondo tra luce ed ombra, si svolge sia la carriera artistica dello Spagnoletto, sia la particolare resa di questo capolavoro.
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