Il cremonese Giuseppe Bottani, artista settecentesco di buon livello, studiò prima a Firenze, quindi a Roma. Dal 1769 insegnò presso la neonata Accademia di Mantova, per volere diretto dell’Imperatrice Maria Teresa. La sua pittura, a tratti didascalica e solitamente rivolta a temi religiosi, risulta comunque aggraziata, interpretando un gusto che dal classico vira progressivamente verso il neoclassico. Il dipinto che qui appare è un autoritratto condotto con precisione e forza. Il tema del pittore che dipinge se stesso guardando sotto i nostri occhi la sua immagine allo specchio ebbe grande successo nella storia dell’arte. Ricordiamo ad esempio l’autoritratto di Antonio Canova, di pochi decenni successivo a questo. L’acume del volto, il piglio deciso, l’amore dei dettagli, la stesura tanto sicura da essere quasi sprezzante sono tutti elementi che fanno di questa opera un bell’esemplare dell’epoca. Il pennello del Bottani illustra la giusta esibizione di un ingegno, legando il ritratto esposto al tema fecondo del rapporto tra l’artefice ed il suo pubblico.
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