Il dipinto si rifà a quell“esotismo” legato alla valorizzazione delle realtà locali a cui il pittore aderisce nel rendere, con garbo descrittivo, la nobile semplicità del costume tradizionale di Piana degli Albanesi, dai finissimi ricami e tessuti, adorno di preziose cinture sbalzate in argento. Nel comune in provincia di Palermo, una vera e propria enclave fondata alla fine del XV secolo da profughi dei Balcani fuggiti a seguito dell’invasione turca, permane tuttora il rito bizantino e l’uso della lingua albanese, così come l’uso di tali preziosi costumi nelle feste principali, come la pasqua o i matrimoni.
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