-1-
Il divario tra il pittoricismo teatrale scadente, anzi ormai inqualificabile, degli ul-
timi due decenni dell'800 e l'affermarsi di una pittura impressionista in Francia co-
minciò a scavare quell'abisso del gusto, quella divisione sempre più netta tra le esi-
genze di un settore colto, aggiornato e l'oscura routine degli ateliers scenografici
che faceva dire a
Jacques Rouché:"N'est-il point temps de chercher dans quelle mesu-
re il serait possible de..faire corrispondre(la mise en scène) à la vision d'art
d'aujourd'hui..dont il reste presque paradoxal que, seul,l'art scénique ait pu s'ab-
straire jusqu'ici?(1)".
In Francia più che in Italia "des vrais peintres furent appelés à composer des décors
pour le théâtre(2)", da Van Loo a Boucher a Fragonard a David, che si occupò soprattutto
del costume, e dopo l'Impero "on a pu voir Isabey travailler à l'
Opéra".Col verismo era
no scomparsi dalla scena i pittori degni di questo nome, rimanevano gli scenografi,
wwwta categoria che conservava dell'antica perizia peculiarità tecniche assolutamen-
un pittoricismo 11 fusionista, generico
te banali, nozioni ormai elementari di una particolare branca della prospettiva lavoran
do all'oscuro di quanto la pittura proponeva di nuovo e andava attuando.La rivoluzione
che operarono gli impressionisti nei confronti della pittura storico-romantico-verista
a maggior ragione si volse contro la scenografia che era già una degenerazione di quel
la.
Dal 1887 Antoine si fece l'esponente dei naturalisti portando sulla scena quelle
"tranches de vie" che costituivano un ridimensionamento del concetto di verità quale
aveva preso le mosse in Russia con Stanislawski e che doveva essere pieno di conse-
guenze per la vitalità del teatro moderno.Ma già nel 1889 Gustave Kahn (Revue d'art
dramatique) aveva in mente delle "évocations décoratives"per lavori di Quincey e Pob,
finchè sotto l'egida simbolista di Paul Fort si fondò il teatro dei poeti,T.Mixte
prima e poi T.d'Art,verso il 1890, in cui lo scenario, impostato come sfondo di una
recitazione ieratica, assunse caratteri ideali, decorativi.E' questo un capitolo assai
noto della storia del teatro, specialmente quando si unisce a P.Fort l'abilissimo
Lugné Poe,l'eclettico scopritore di due generazioni di autori, inscenatore nel 1893
di quel Pelléas e Mélisende che, coi suoi scenari di cartapesta dipinti da Paul Vagler
ed i costumi ispirati alla Sant'Orsola di Memling, segna una tappa nella concezione
della mess'in scena;forse meno nota,certo meno studiata,non solo per le realizzazioni
pratiche quanto per le teorie nella loro concomitanza con le poetiche e le applicazio
ni dei pittori simbolisti,l'alleanza di L.Poë con E.Vuillard nella fondazione del
Théâtre dell'Oevre e quella collaborazione che già prima si era stabilita tra i Nabis
P.Bonnard, M.Denis,P.Sérusier, 0.Redon, ecc. e il palcoscenico del T.de l'Art.
Paul Quillard aveva trovato la frase del rinnovamento scenico:"La parole crée le dé-
cor comme le reste." Si trattava adesso per la scenogeafia di accompagnare le fasi
dei drammi di Maeterlinck "per mezzo di alogie di colore e di linee", di segui.
una cadenza ornamentale in armonia con i significati allusivi dell'opera.
Era la prima apparizione di quell'insediamento dei pittori sulla scena, che troverà poi
nel balletto (ed in parte nell'opera)quella rispondenza(talvolta aquiescenza) di fini
estetici e di mezzi espressivi che ne consacrò il binomio.
(1)J.Rouché:"Lárt théâtral moderne"E.Cornely e C.Edit.Paris, 1910,pag.3.
(2)L.Moussinac:"La décoration théâtrale"Rieder, Paris, 1922,pag.6.