Durante il suo soggiorno a Roma, Mathieu Tremblin è stato attirato dagli adesivi. Girando per le vie della città, si è reso conto della presenza massiva di stickers, che ha staccato da pali, serrande e muri, prima di suddividerli in tre diverse categorie: quelli con scritte in slang romano, quelli onnipresenti che reclamizzano “Serrande” e “Traslochi” e quelli dei tifosi di calcio. La mappa metallica, ispirata alla Guide psychogéographique de Paris pubblicata da Guy Debord nel 1957, rappresenta la sua deriva immaginaria per la città, libera dai limiti che oggi delle app di geolocalizzazione, come Google Maps o Waze, impongono ai nostri spostamenti urbani. A bordo di un motorino o a piedi, ha riempito i suoi pantaloni di adesivi presi in giro per la città, che ha poi trasposto sulle gambe capovolte dei totem presenti in mostra. A Roma, Mathieu Tremblin ha anche prodotto una serie di adesivi con la scritta “Rome wasn’t burnt in a day”, per ricordare che il futuro è sempre nato dalle ceneri del passato.
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