Lo stipo è un arredo tipico del periodo cinque-seicentesco che si trovava negli studioli dei signori eruditi, luogo deputato alla raccolta di oggetti stupefacenti e mirabolanti. Era un mobile caratterizzato dalla presenza di molti cassetti di diverse dimensioni, perfetti per conservare, divisi per tipologie, i differenti oggetti. Lo stipo Passalacqua è uno scrittoio commissionato da Quintino Lucini Passalacqua nel 1613. Lo stipo avrebbe dovuto costituire un compendio morale e una summa dell'universo composto "di Pittura, Scultura ed Architettura". Lo scrittoio è formato da due elementi: quello inferiore ha due ante in radica di noce che chiudono un vano ed è decorato agli angoli da sei cariatidi. La parte superiore del mobile, invece, è chiusa da un'anta ribaltabile utilizzata come scrittoio. Questa parte superiore è caratterizzata da un articolato prospetto architettonico diviso in due ordini, tuscanico e ionico, arricchito da nicchie e, in alto, da una balaustra. All'interno delle nicchie si trovano statue allegoriche in avorio che rappresentano i cinque sensi, realizzate dallo scultore francese Berthelot. Sotto ciascuna statua, in corrispondenza dei cassettini si trovano piccoli dipinti su rame che raffigurano scene bibliche, realizzatie da Pier Francesco Mazucchelli detto il Morazzone. La nicchia centrale del piano inferiore ospita un piccolo gruppo scultoreo in bronzo che rappresenta gli effetti prodotti quando la ragione si fa trascinare dai sensi, rappresentati da cinque animali. Sul fronte di questa nicchia è riconoscibile lo stemma della famiglia Passalacqua.
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